Un ricordo che non si cancellerà mai

di Flavio Rondini 3E

Ormai è arrivata la fine dell’esperienza di tre anni in questa meravigliosa scuola, tre anni formati da momenti belli e brutti, felici e tristi, di amicizia e litigi tra compagni, cosa che nella nostra classe accadeva spesso, ma alla fine quei litigi erano fatti per scherzare, infatti si faceva subito pace e l’amicizia diventava sempre più grande. Di ricordi indimenticabili penso che ce ne siano molti, come la gita a Verona o la gita a Dobbiaco o il viaggio in Germania, ma il ricordo più bello e anche più banale è la fine dell’anno scolastico della seconda media, però perché proprio la fine dell’anno di seconda? Perché non quello di prima? Questo perché quell’anno era stato più bello. La mattina mi ero svegliato, avevo fatto colazione, mi ero vestito e subito diritto a scuola, questa volta però senza niente sulle spalle, con tutta la felicità del mondo e anche un po’ di ansia per quello che sarebbe stato l’anno successivo. Arrivato a scuola ero andato dai miei amici a chiacchierare come al solito nostro, suonò la campanella e tutti su in classe, però non ci restammo molto poco visto che ci dovevamo riunire tutti in aula polifunzionale, la dirigente fece il discorso di fine anno e via con le premiazioni. Finito il tutto salimmo in classe, la prof.ssa Santelli ci disse un paio di cose poi ci lasciò chiacchierare tra di noi. A pochi minuti dalle fine uscimmo fuori dalla porta e via con il count down della fine: dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro, tre, due, uno, zero! E subito tutti fuori da scuola felici e con un po’ di ansia addosso per l’anno successivo.

La fine dell’anno scolastico è sempre un bel ricordo perché racchiude tutto quello che si è fatto durante quel determinato anno e questa conclusione è stata la più bella: eravamo tutti felici e paurosi allo stesso tempo, ma quella paura non si notava nascosta dalla nostra più grande felicità.

 

UNA GIORNATA SPECIALE

di Martina Previato 3E

Non dimenticherò mai quel 14 giugno 2019, sicuramente il giorno più bello della mia vita.

Era l’ultimo giorno di scuola, della seconda media e tutte le classi si erano riunite nell’aula polifunzionale.

Abbiamo assistito al concerto dell’indirizzo musicale, al canto del coro e abbiamo anche visto il nostro filmato, che avevamo portato al Premio Gaber.

Fu tutto bellissimo, ma poi arrivò il momento tanto atteso… la consegna dei diplomi di merito. Il mio cuore cominciò a battere a mille, in quanto speravo tanto di ricevere quel pezzo di carta, che per me, però, valeva tantissimo.

Cominciarono dalle prime, ma poi arrivò il momento delle seconde e quando sentii “2E”, iniziai ad agitarmi sempre di più. Come maschio era stato premiato il mio compagno Flavio, ero felicissima per lui, ma ecco che toccava alla femmina.

Ad un certo punto la profe di inglese disse il mio nome. (EVVIVAAAA!)

Da una parte ero felice, ma dall’altra avevo paura di salire su quel palco davanti a tutti.

Ci consegnarono i diplomi, insieme ad una matita, una spilla ed un libretto.

Appena uscita da scuola, presi la bici e andai a casa dei miei nonni. Erano molto emozionati e orgogliosi di me, come i miei genitori, che chiamai subito dopo per urlargli la bella notizia.

Finalmente ce l’avevo fatta! Tutto il mio impegno era stato ripagato e la cosa che mi aveva reso ancora più felice, era data dal fatto che i miei professori si erano accorti di quanto mi ero impegnata in quell’anno scolastico.

Quindi, quello che posso consigliare ai ragazzi è di studiare e di lavorare sodo e non solo per ricevere il diploma, ma anche per una soddisfazione personale.

Pensieri e ricordi di Jacopo Sulmona- 3E

Quel lontano 12 settembre 2017 iniziò il mio nuovo percorso alla scuola media “Vittorio Alfieri”.

Ero in aula magna e aspettavo che facessero il mio nome per entrare poi nella mia classe con i miei nuovi compagni.

Le gambe mi tremavano molto anche se io non faccio mai vedere le mie emozioni, entrai in classe, conoscevo solo un paio di persone tra le quali Emily, mia compagna nello sport dell’hockey .

Iniziai a conoscere i miei primi professori e incominciai ad avere i miei primi timori e le mie prime paure pensando che sarebbe stata dura e che avrei dovuto studiare molto.

Durante questi anni di scuola sono stato un po’ chiacchierone e disturbavo le lezioni.

Il mio carattere è buono, ma ho sempre voglia di scherzare e di fare il pagliaccio e i miei professori giustamente si arrabbiavano con me.

Oggi sono qua a pensare ai miei tre anni di scuola passati velocemente con alti e bassi, ricordando a quanto ero agitato anche quando mi interrogavano e che qualche volta avrei potuto impegnarmi di più.

Ecco siamo alla fine dell’ultimo anno di scuola, mi sto preparando agli esami che saranno diversi dagli anni passati perché a marzo abbiamo dovuto stare a casa per colpa del virus, facendo videolezioni e compiti con il computer.

Questi ultimi mesi sono stati duri e tristi perché non sono più riuscito a vedere i miei compagni e i professori e mi domandavo se sarei riuscito a incontrarli nuovamente per salutarli e ringraziarli. Questi anni di scuola sono passati veloci, però mi rimane il ricordo delle risate fatte tutti insieme durante le gite e le feste di fine anno.

A settembre inizierà un altro anno scolastico con altri compagni, altri professori, altro studio. Spero tanto di trovarmi bene nella nuova scuola e di avere compagni simpatici e rispettosi.

La scuola che ho scelto è il “Galileo Galilei” a indirizzo biotecnologico sanitario perché penso di avere molte possibilità di lavoro e riuscire a scoprire cose nuove e magari poter andare a lavorare all’ ospedale.

Le mie preoccupazioni sono tante, è normale come accade tutte le volte che inizi qualcosa di nuovo. Temo, ad esempio, di non avere una giusta preparazione a causa di questo strano anno scolastico, ma so che tutto si può affrontare.

Quanto mi aspetta mi fa un po’ paura: ci sarà molto da studiare, il percorso sarà molto lungo e duro. Spero di farcela a raggiungere i miei obiettivi, ma questo dipenderà tutto da me e dal mio impegno.

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